La transizione energetica in Italia si trova di fronte a una grande opportunità: un potenziale di 7 miliardi di euro di investimenti nel settore delle rinnovabili per il 2025. Questa stima proviene da Verdian Power, produttore indipendente di energia rinnovabile con sede a Barcellona, e si basa su scenari delineati dall’International Energy Agency (IEA). Ma quali sono le prospettive e le sfide di questo percorso?


La pipeline italiana di Verdian Power

Verdian Power sta lavorando su una pipeline di progetti per 1,5 GW in Italia, con l’inizio della costruzione degli impianti previsto per il 2025 e l’operatività a partire dal 2026. L’obiettivo è di contribuire ai 131 GW di capacità rinnovabile previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) entro il 2030. Attualmente, il Paese realizza circa 6 GW di capacità annui, ma per raggiungere l’obiettivo è necessario aumentare questa cifra a 8 GW. Verdian punta su soluzioni sostenibili e sulla collaborazione con partner locali per garantire risultati concreti.


Perché l’Italia attrae investimenti?

Secondo Jordi Francesch, direttore dell’asset management di Nuveen Clean Energy Infrastructure, l’Italia offre un contesto economico favorevole per gli investimenti nel settore:

  • Prezzo dell’elettricità: Con prezzi tra i 60 e i 90 euro per MWh, l’Italia registra costi più alti rispetto a Paesi come Spagna e Francia (30-60 euro/MWh). Questo rende cruciale lo sviluppo di una maggiore capacità di generazione elettrica rinnovabile per abbassare i prezzi e aumentare la competitività del Paese.
  • Dipendenza dal gas: La produzione di elettricità è ancora legata al gas, il cui prezzo instabile incide sui costi dell’energia. Ridurre questa dipendenza è fondamentale per una transizione sostenibile.
  • Mercati di accumulo: Sistemi di accumulo a batteria sono visti come una delle prossime grandi opportunità, con l’Italia e la Germania in testa come mercati strategici per lo sviluppo e l’innovazione tecnologica.

Le sfide: idrogeno e nucleare

Francesch ha evidenziato che alcune tecnologie non sono realistiche per l’Italia:

  • Idrogeno: Non sostenibile a causa dell’elevato costo dell’elettricità e della mancanza di acquirenti. Per ora, le condizioni non permettono lo sviluppo di un mercato competitivo.
  • Nucleare: Rifondare l’energia nucleare richiederebbe decenni e un forte consenso politico, rendendo poco credibile questa opzione. Inoltre, i costi iniziali sono molto elevati e i risultati si vedrebbero solo nel lungo termine.

La priorità: tecnologie cleantech

L’Italia deve puntare sulle tecnologie già disponibili, come:

  • Solare ed eolico: Opportunità nell’offshore grazie a un’industria già avviata che può espandersi rapidamente.
  • Batterie: Cruciali per la flessibilità e l’accumulo di energia, permettendo una migliore gestione delle risorse rinnovabili.
  • Gas: Centrale per garantire flessibilità durante la transizione e compensare la variabilità delle fonti rinnovabili.

Carlo Montella, managing partner di Green Horse Advisory, ha sottolineato l’importanza di incentivare ricerca e sviluppo, coinvolgendo università, investitori e industria per creare un ecosistema cleantech competitivo. L’intelligenza artificiale potrebbe giocare un ruolo chiave nell’ottimizzazione della produzione e dell’utilizzo dell’energia, migliorando l’efficienza e riducendo gli sprechi.


Conclusioni

Il futuro delle rinnovabili in Italia dipende dalla capacità di attrarre investimenti a lungo termine, ridurre le incertezze normative e sviluppare una filiera industriale competitiva. L’integrazione tra innovazione tecnologica e sostenibilità economica sarà la chiave per trasformare queste prospettive in realtà.

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